Calendario azteco
Calendario azteco, sistema di datazione basato sul calendario maya e usato nella Valle del Messico prima della distruzione dell’impero azteco. Come il calendario maya, il calendario azteco consisteva in un ciclo rituale di 260 giorni e un ciclo civile di 365 giorni. Il ciclo rituale, o tonalpohualli, conteneva due cicli più piccoli, una sequenza ordinata di 20 giorni nominati e una sequenza di giorni numerati da 1 a 13. Il ciclo di 13 giorni era particolarmente importante per l’osservanza religiosa, e ognuno dei 20 cicli numerati all’interno dell’anno rituale era associato a una divinità diversa. Allo stesso modo, ogni giorno nominato era associato a una divinità unica, e gli studiosi credono che le combinazioni di divinità dominanti fossero usate per la divinazione. L’anno civile era diviso in 18 mesi di 20 giorni ciascuno, più altri 5 giorni chiamati nemontemi e considerati molto sfortunati. Sempre come nel calendario maya, il ciclo rituale e quello civile azteco ritornavano alle stesse posizioni l’uno rispetto all’altro ogni 52 anni, un evento celebrato come la Legatura degli Anni, o Cerimonia del Fuoco Nuovo. In preparazione, tutti i fuochi sacri e domestici venivano lasciati bruciare. Al culmine della cerimonia, i sacerdoti accendevano un nuovo fuoco sacro sul petto di una vittima sacrificale, da cui il popolo riaccendeva i fuochi del focolare e iniziava a banchettare.
Una pietra circolare del calendario che misura circa 12 piedi (3,7 metri) di diametro e pesa circa 25 tonnellate è stata scoperta a Città del Messico nel 1790 ed è attualmente esposta nel Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico. Il volto del dio sole azteco, Tonatiuh, appare al centro della pietra, circondato da quattro pannelli quadrati che onorano le precedenti incarnazioni della divinità che rappresentano le quattro età precedenti del mondo. Circoscrivendo questi sono segni che rappresentano i 20 giorni del mese azteco.