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Allattamento bagnato

Allattamento bagnato, la pratica di allattare il bambino di un altro. In certi periodi della storia e tra alcuni livelli sociali, l’allattamento bagnato era una professione pagata. La storia del wet-nursing è antica (risalente forse al 3000 a.C.) e diffusa. È continuata come pratica nel 21° secolo, anche se in molte parti del mondo la conoscenza dei suoi potenziali pericoli l’ha resa più una pratica di necessità che di convenienza o prestigio.

Le ragioni per impiegare una balia non sono variate nel corso dei millenni. Fino al miglioramento dei biberon e la loro sterilizzazione e la produzione di latte artificiale, era l’opzione più sicura, più semplice e migliore per mantenere in vita i bambini, che richiedono le sostanze nutritive che si trovano nel latte materno. Se, a causa della sua malattia, della morte o di una lattazione inadeguata o fallita, una madre non era in grado di nutrire il suo neonato, veniva impiegata una balia. Spesso le famiglie più ricche usavano le balia come una questione di convenienza della madre. Con la medicalizzazione del parto, della maternità e dell’allevamento dei bambini, la pratica, un tempo comune, della balia ha cominciato a diminuire. Nella maggior parte dei paesi sviluppati, poiché droghe, alcol e virus come l’HIV e altre sostanze potenzialmente dannose possono essere trasmesse al bambino attraverso il latte materno, la pratica dell’allattamento bagnato è stata ampiamente sostituita dall’uso del latte artificiale. Nelle regioni dove le altre alternative sono scarse, l’allattamento bagnato continua ad essere comune.

La pratica dell’allattamento incrociato, dove una donna allatta sia il suo bambino che un altro, è talvolta impiegata, più comunemente per scopi di cura dei bambini o di babysitting.

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