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Chloë Sevigny

Highest Rated: 96% Amore & Amicizia (2016)

Voto più basso: 7% The Snowman (2017)

Compleanno: 18 novembre 1974

Luogo di nascita: Springfield, Massachusetts, USA

Icona della moda e del cinema indipendente, l’attrice/designer/modella Chloe Sevigny è diventata una “It Girl” degli anni ’90 grazie sia al suo impeccabile senso dello stile, sia alla sua inquietante propensione ad essere nel posto giusto al momento giusto. È vero, il profilo di Jay McInerey del 1994 sul New Yorker ha aiutato la causa battezzandola letteralmente come tale, ma è stata la sua performance nominata all’Oscar in “Boys Don’t Cry” (1999) a cementare il suo successo duraturo. La Sevigny era la più giovane di due fratelli (il fratello maggiore Paul era un DJ di New York) e viveva a Springfield, nel Massachusetts, quando il padre, assicuratore, trasferì il clan nel sobborgo di Darien, nel Connecticut. Un attacco infantile di scoliosi non fu curato, lasciando la ragazza ben educata con una postura permanentemente alterata, ma la Sevigny passava il tempo rielaborando gli acquisti del negozio dell’usato in abiti che erano due passi avanti a qualsiasi cosa su Vogue. La periferia lasciava Sevigny annoiata, e un giorno, durante una gita al Village, la diciassettenne fu notata in un’edicola dalla redattrice di moda Sassy Andrea Lee Linett. La modella in erba ottenne rapidamente uno stage da Sassy. La gente cominciava a prendere nota di Sevigny, che, sentendosi un’emarginata bohémien nel quartiere elegante dei suoi genitori, fuggiva a Washington Square Park per frequentare skateboarder come Harmony Korine. All’epoca, il fotografo Larry Clark era lì per pianificare il suo debutto nel cinema. Insieme, Clark e Korine hanno concepito “Kids” (1994), un dramma cinematografico veritiero su un gruppo di ragazzi di strada autodistruttivi a New York City. La storia è incentrata su Jennie (Sevigny) e la sua ricerca del ragazzo che l’ha infettata con l’HIV. Il film è stato un successo di critica, e la Sevigny è stata segnalata dalla critica per la tenerezza che ha portato in un film così straziante. I ruoli successivi in “Trees Lounge” (1996) e “The Last Days of Disco” (1998) l’hanno portata ad un turno pieno di sentimento come fidanzata del transgender Brandon Teena in “Boys Don’t Cry” (1999). Il ruolo ha mostrato una profondità di talento recitativo mai vista prima, facendole guadagnare una nomination all’Oscar e un premio Independent Spirit. La capacità della Sevigny di alternare senza sforzo tra film trasgressivi come “Gummo” (1997) e “Julien Donkey Boy” (1999) di Korine e film più prestigiosi come “Dogville” (2003) di Lars Von Trier e “Melinda e Melinda” (2004) di Woody Allen ha reso facile trascurare passi falsi come “The Brown Bunny” (2003) di Vincent Gallo, smentito dalla critica. L’esperienza personale ha reso facile per Sevigny il ruolo di una ragazzina del club nel cinetico dramma poliziesco “Party Monster” (2003), e ha ottenuto un Golden Globe come moglie di un poligamo di Salt Lake City in “Big Love” (HBO 2006-2011). La Sevigny è rimasta impegnata sul piccolo schermo con ruoli in “Portlandia” (IFC 2011-18), “The Mindy Project” (Fox/Hulu 2012-17), e “American Horror Story” (FX 2011-), mentre continuava a tracciare il suo percorso unico sulle passerelle e sulle pagine patinate delle riviste di moda di tutto il mondo.

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