Judiciary Act of 1801
Passaggio e controversia
Nei mesi dopo che i Federalisti persero le elezioni del 1800, ma prima che Jefferson prendesse possesso della Casa Bianca, il Congresso controllato dai Federalisti approvò il Judiciary Act of 1801 e l’Organic Act per il Distretto di Columbia. Insieme ad altre disposizioni, le leggi ridussero le dimensioni della Corte Suprema degli Stati Uniti da sei giudici a cinque ed eliminarono i compiti dei giudici dei tribunali di circuito creando 16 nuovi posti di giudice per sei circuiti giudiziari. In generale, le leggi crearono un certo numero di nuove cariche relative ai tribunali, che il presidente uscente, John Adams, procedette a riempire per lo più con membri del suo stesso partito.
All’epoca, il Distretto di Columbia appena creato consisteva di due contee, Washington (l’attuale area di Washington, D.C.) e Alexandria (che oggi è Alexandria, Virginia). Il 2 marzo 1801, Adams nominò 23 giudici di pace nella contea di Washington e 19 nella contea di Alexandria. Dopo che il Senato confermò queste nomine il 3 marzo, Adams firmò le commissioni ufficiali, non finendo fino a tarda notte del suo ultimo giorno in carica (per questo il gruppo fu conosciuto come i giudici di mezzanotte). Il segretario di Stato John Marshall, che era appena stato nominato giudice capo della Corte Suprema, appose il grande sigillo degli Stati Uniti alle commissioni, e quella stessa sera suo fratello, James Marshall, ne consegnò alcune ai nuovi giudici ad Alexandria, che alla fine servirono il loro mandato. Ma nessuno dei 23 giudici della contea di Washington ricevette le loro commissioni prima che Adams lasciasse l’ufficio a mezzogiorno del 4 marzo.
Quando Jefferson entrò in carica, scoprì le commissioni firmate, sigillate, ma non ancora consegnate. Riconfermò i sei repubblicani che erano stati sulla lista di Adams, così come sei dei federalisti, ma rifiutò di nominare i restanti 11 uomini. La maggior parte dei federalisti che non ricevettero le loro commissioni accettarono passivamente il loro destino, ma non William Marbury, un leader federalista del Maryland. Marbury andò in tribunale per costringere l’amministrazione Jefferson a consegnare la commissione, senza la quale non poteva servire in ufficio. Il caso risultante portò a una delle decisioni più importanti della Corte Suprema, Marbury contro Madison (1803). Scrivendo per la maggioranza, Marshall sostenne che la corte non poteva emettere un mandato che obbligasse Madison a consegnare la commissione di Marbury, come Marbury aveva richiesto, perché l’atto che autorizzava la corte a emettere tali mandati (il Judiciary Act del 1789) era di fatto incostituzionale e quindi non valido. Pur essendo tecnicamente una vittoria per il presidente, la sentenza affermò un potere significativo del potere giudiziario stabilendo la dottrina della revisione giudiziaria.