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Afabeti runici e ogham

Le rune, in tutte le loro varietà, possono essere considerate la scrittura “nazionale” delle antiche tribù germaniche del nord. L’origine del nome runa (o runico) è probabilmente legata al fatto che le antiche tribù germaniche, come molti altri popoli, attribuivano poteri magici ai misteriosi simboli incisi su armature, gioielli, lapidi e così via. Ciò è avvalorato da due forme germaniche correlate che significano “mistero, segreto, segretezza”: la radice germanica antica ru- e il gotico runa. Le iscrizioni runiche più interessanti sono quelle che sono state incise per scopi magici e quelle che fanno appello alle divinità.

L’origine delle rune offre molti problemi difficili ed è stata discussa animatamente da studiosi e altri. La teoria degli Urrunen (precursori delle rune), una presunta scrittura alfabetica preistorica nord-germanica, sostiene che sia la genitrice non solo delle rune ma anche di tutti gli alfabeti mediterranei, incluso quello fenicio. Questa credenza, basata su motivi razziali e politici, non deve essere presa in seria considerazione. Alcuni studiosi hanno proposto l’alfabeto greco del VI secolo a.C. come prototipo delle rune; altri hanno suggerito l’alfabeto corsivo greco degli ultimi secoli a.C. Diversi eminenti studiosi hanno proposto l’alfabeto latino come fonte delle rune. La teoria più probabile, sostenuta recentemente da molti studiosi, è che la scrittura runica derivi da un alfabeto nord-etrusco, alpino. In questo caso, è molto probabile che abbia avuto origine intorno al II secolo a.C. o un po’ più tardi.

Non si sa ancora se le rune fossero originariamente impiegate principalmente per scopi magici, come suggerisce il nome runa, o come mezzo di comunicazione abituale. Le prime iscrizioni runiche esistenti, più di 50, provengono dalla Danimarca e dallo Schleswig e risalgono al III-VI secolo. Circa 60 iscrizioni dalla Norvegia risalgono al 5°-8° secolo, leggermente più tardi di quelle continentali. Ci sono anche circa 50 iscrizioni runiche anglosassoni esistenti, tra cui lo scrigno dei Franchi (circa 650-700 ce); il lato destro dello scrigno è al Bargello, a Firenze, e il resto è al British Museum. Il maggior numero di iscrizioni, circa 2.500, proviene dalla Svezia; la maggior parte di queste risalgono all’XI e al XII secolo ce.

Non ci sono prove certe di un ampio uso letterario delle rune nei primi tempi, ma alcuni studiosi ritengono che la scrittura runica fosse ampiamente utilizzata per tutti i tipi di documenti secolari, come disposizioni legali, contratti, genealogie e poemi. I manoscritti conosciuti sono, tuttavia, rari e relativamente tardivi. Il graduale spostamento delle rune coincise con la crescente influenza della Chiesa Cattolica Romana. Le scritture runiche continuarono comunque per molto tempo dopo l’introduzione del cristianesimo; infatti, l’uso delle rune per incantesimi e iscrizioni commemorative durò fino al 16° o addirittura al 17° secolo.

L’alfabeto ogham era limitato alla popolazione celtica delle isole britanniche. Ci sono più di 375 iscrizioni conosciute: 316 di esse sono state scoperte in Irlanda, principalmente nelle contee del sud, e solo 55 nelle contee del nord; 40 iscrizioni sono state scoperte in Galles; due provengono dal Devon e una dalla Cornovaglia. Un’iscrizione è stata scoperta a Silchester nell’Inghilterra meridionale. Circa 10 provengono dall’Isola di Man e alcune dalla Scozia. Le iscrizioni gallesi sono di solito bilingue, latino-celtico. Con una sola eccezione, le iscrizioni irlandesi sono solo in ogham. La più particolare è l’iscrizione runico-ogamica dell’isola di Man (le rune sono una specie di scrittura “segreta” e l’ogham una scrittura criptica). La distribuzione delle iscrizioni ogham, combinata con la loro lingua e le loro forme grammaticali, indicano il Galles del sud o l’Irlanda del sud come loro luogo di origine e il IV secolo ce come data della loro origine.

Il carattere ogham era usato per scrivere messaggi e lettere (generalmente su doghe di legno), ma a volte era anche scritto su scudi o altro materiale duro e veniva impiegato per incidere sulle lapidi. Gli ogham formavano una scrittura criptica, ed esistevano diverse varietà, come gli ogham ruota, gli ogham uccello, gli ogham albero, gli ogham collina, gli ogham chiesa, gli ogham colore e altri. L’alfabeto ogham principale consisteva di 20 lettere rappresentate da tratti dritti o diagonali, in numero variabile da uno a cinque e disegnate o tagliate in basso, in alto o a destra attraverso linee orizzontali, oppure disegnate o tagliate a sinistra, a destra o direttamente attraverso linee verticali. L’alfabeto ogham era diviso in quattro gruppi (aicme), ciascuno contenente cinque lettere. Gli ogham furono impiegati durante il Medioevo; il Libro di Ballymote del XIV secolo riproduce le prime chiavi di traduzione. In molti casi le iscrizioni ogham corrono verso l’alto.

Diverse iscrizioni ogham conosciute come gli ogham dei Pitti sono state trovate nella Scozia occidentale, sulla piccola isola di Gigha al largo della costa occidentale, ad Argyll, nella Scozia nord-orientale, e sulle isole del nord, come le isole Shetland. O appartengono allo stesso tipo degli ogham irlandesi e gallesi o sono scritti in un’altra varietà di ogham.

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