Investiture Controversy
Quando Gregorio VII, un monaco riformista, fu eletto papa nel 1073, iniziò la controversia tra imperatore e papa.
Gregorio aveva molti nemici negli alti ranghi del clero tedesco, così Enrico IV dichiarò che Gregorio non era più papa e che i romani avrebbero dovuto scegliere un nuovo papa. Quando Gregorio lo seppe, scomunicò Enrico IV, dichiarò di non essere più imperatore e disse ai suoi sudditi che non dovevano più obbedirgli come avevano giurato di fare.
La scomunica del re fece una profonda impressione sia in Germania che in Italia. Trent’anni prima suo padre Enrico III aveva deposto tre papi, ma quando Enrico IV cercò di copiare questa procedura non ebbe l’appoggio del popolo. I sassoni iniziarono una seconda ribellione, e il partito anti-realista crebbe di forza di mese in mese.
A CanossaEdit
Enrico era stato scomunicato a questo punto, e di fronte alla diffusa opposizione in patria, di cui Rodolfo era la testa, Enrico incontrò il Papa in una fortezza nelle Alpi meridionali. Per tre giorni segnalò la sua penitenza nella neve, a piedi nudi e indossando un panno di sacco, portando ad una riconciliazione con Papa Gregorio VII.
Seconda scomunica di EnricoModifica
L’opposizione dei nobili tedeschi ribelli usò la scomunica di Enrico per istituire un re rivale Rodolfo di Rheinfelden (Forchheim, marzo 1077). All’inizio Gregorio sembrò essere neutrale perché le due parti (imperatore e ribelli) erano di forza abbastanza uguale. Ma alla fine decise per Rodolfo dopo la sua vittoria a Flarchheim (27 gennaio 1080) e dichiarò di nuovo la scomunica e la deposizione del re Enrico (7 marzo 1080).
Questo fu ampiamente sentito come un’ingiustizia. Quando Rodolfo morì il 16 ottobre dello stesso anno, Enrico, ora più esperto, riprese la lotta. Nel 1081 aprì il conflitto contro Gregorio in Italia. Gregorio era ormai diventato meno potente, e tredici cardinali lo abbandonarono. Roma si arrese al re tedesco, e Guiberto di Ravenna intronizzò Clemente III (24 marzo 1084). Enrico fu incoronato imperatore dal suo rivale, mentre Gregorio stesso dovette fuggire da Roma in compagnia del suo “vassallo” normanno Roberto il Guiscardo.