Trota da 48 libbre: Record mondiale o imbroglio genetico?
In un’epoca di succhi di frutta biotecnologici, nemmeno il facile passatempo della pesca è esente da polemiche sul miglioramento artificiale. Il pesce proveniva dal lago Diefenbaker, dove le trote geneticamente modificate per crescere extra-grandi sono scappate da un allevamento ittico nove anni fa.
Il precedente record mondiale era detenuto dal fratello gemello di Sean, Adam, che ha preso una trota arcobaleno di 43 libbre e 10 once dal lago Diefenbaker nel 2007. Quella cattura ha scatenato il dibattito online sulla legittimità delle trote arcobaleno del lago Diefenbaker, nate in una fattoria e geneticamente modificate. Tecnicamente conosciuti come triploidi, sono progettati con tre serie di cromosomi, rendendoli sterili e incanalando le energie normalmente spese per la riproduzione verso la crescita.
Nel 2007, su un forum dell’International Game Fish Association, l’organismo di registrazione ed etica del mondo della pesca, alcuni pescatori sostenevano che i triploidi erano innaturali, separati dalla storia di questo sport come gli home run di Barry Bonds lo erano da quelli di Hank Aaron.
L’IGFA ha rifiutato di fare una distinzione tra pesci naturali e GM. Né distinguerebbe tra le specie catturate nelle loro acque tradizionali e quelle introdotte in nuovi ambienti favorevoli alla crescita, come la spigola larga i cui antenati extra-large furono importati dalla Florida alla California negli anni ’60.
Ma per i puristi, c’era una differenza tra il trapianto e la produzione vera e propria.
La risposta dei fratelli Konrad sulla bacheca è stata secca: “Smettila di piangere e comincia a pescare”
Ora hanno catturato un’altra trota da record. Oppure no?
Vedi anche:
- Babe, Hank e Barry: Chi è meglio, chi è migliore?
- Droghe che migliorano il cervello: Legalizzatele, dicono gli scienziati
- Bambini di design: Un diritto di scelta?
- Il cocktail di ormoni del Tonno Ranch potrebbe salvare il tonno rosso
Immagine: FishingGeeks
Il flusso di Twitter di Brandon Keim e gli outtakes del reportage, Wired Science su Twitter.