Michael Stipe
Come frontman dei R.E.M., probabilmente la più importante e influente rock band americana dell’era post-punk, Michael Stipe si è trasformato da enigmatico eroe di culto a icona mainstream. Famoso per i suoi testi confusamente opachi e il suo modo di parlare notoriamente borbottato, Stipe, una volta introverso, ha tradotto la sua crescente fama in uno sbocco per difendere le sue preoccupazioni sociali e politiche, emergendo come una delle figure più rispettate della musica popolare, così come il capostipite riconosciuto del movimento rock alternativo. Nato John Michael Stipe a Decatur, GA, il 4 gennaio 1960, era un marmocchio militare la cui vita fu cambiata per sempre dall’album Horses di Patti Smith; anche Marquee Moon dei Television e Pink Flag dei Wire furono di grande influenza sulla sua sensibilità musicale, e durante il liceo si unì a una cover band punk. Mentre studiava pittura e fotografia all’Università della Georgia, Stipe fece amicizia con l’aspirante chitarrista Peter Buck, e con il bassista Mike Mills e il batterista Bill Berry, formarono i R.E.M. nel 1980. Mettendo a punto un suono pop atmosferico e jangly che spesso ricorda i Byrds, i R.E.M. sono andati in tour senza sosta prima di pubblicare il loro singolo di debutto, “Radio Free Europe”, sulla piccola etichetta Hib-Tone a metà del 1981; il successo del disco nelle radio dei college ha attirato l’attenzione della IRS Records, che ha pubblicato l’EP Chronic Town della band un anno dopo.
Il primo album completo dei R.E.M., Murmur del 1983, cementò la loro reputazione di beniamini della critica e rese Stipe un’icona underground – i suoi testi criptici e spesso incomprensibili furono analizzati con fervore talmudico e la sua immagine da negozio dell’usato fu copiata da innumerevoli accoliti. Nonostante lo scarso airplay mainstream, Reckoning del 1984 raggiunse la Top 30 e con il seguito Fables of the Reconstruction, dalla bellezza oscura, la band guadagnò una crescente visibilità su MTV per i video “Can’t Get There From Here” e “Driver 8”. Stipe stesso diresse il video di “Fall on Me”, il singolo principale del quarto LP dei R.E.M., Lifes Rich Pageant del 1986; grazie al produttore Don Gehman, la voce di Stipe risuonò con una ritrovata chiarezza, rivelando una crescente consapevolezza delle preoccupazioni sociopolitiche (tra cui le questioni ambientali e la politica estera americana). Document del 1987 fu la svolta commerciale dei R.E.M., sostenuta dalla Top Ten “The One I Love”; con Green, il debutto della band per la nuova etichetta Warner Bros, Stipe per la prima volta permise che uno dei suoi testi (“World Leader Pretend”) fosse ristampato sulla copertina. Uscito il giorno delle elezioni del 1988, l’album fu il più polemico dei R.E.M. fino a quel momento, anche se le hit “Stand” e “Pop Song 89” riflettevano il senso ironico della band.
Dopo il tour di Green, i R.E.M. si presero una lunga pausa, durante la quale Stipe si concentrò sulla sua compagnia cinematografica C-00, produsse materiale per scoperte locali come Vic Chesnutt e i Chickasaw Mudd Puppies, e prestò la voce come ospite ad una varietà di progetti. I R.E.M. tornarono nel 1991 con l’album Out of Time, che generò le hit Top Ten “Losing My Religion” e “Shiny Happy People”; seguì il capolavoro elegiaco Automatic for the People e, mentre il rock alternativo conquistava le classifiche pop, il gruppo (e Stipe in particolare) fu ampiamente riconosciuto tra i principali ispiratori di una generazione di nuovi artisti. Mentre era in tour a sostegno di Monster del 1995, Stipe fu temporaneamente messo da parte da un’operazione all’ernia; tornò per completare il tour e due anni dopo i R.E.M. riemersero con New Adventures in Hi-Fi. Al di fuori delle sue attività musicali, nel 1998 Stipe pubblicò la raccolta fotografica Two Times Intro: On the Road With Patti Smith; ha anche lavorato con la sua nuova casa di produzione cinematografica, Single Cell, che nel 1999 ha prodotto gli acclamati Being John Malkovich e American Movie.