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Romeo e Giulietta

O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? (I.ii.)

Questo verso può essere uno dei più citati, e spesso fraintesi, in tutto Shakespeare. Anche se Giulietta è in piedi sul suo balcone, ignara di Romeo sotto di lei, il verso non significa che sta chiedendo dove sia. Wherefore significa perché, quindi Giulietta sta chiedendo perché Romeo è quello che è – cioè un Montecchi, e quindi il suo nemico giurato.

Il mio unico amore scaturito dal mio unico odio
Troppo presto visto sconosciuto, e conosciuto troppo tardi! (I.v.)

Giulietta si lamenta di aver visto Romeo e di essersi innamorata di lui “troppo presto”, prima di sapere che era suo nemico. Quasi tutto accade a Giulietta troppo presto. Le viene detto di prepararsi al matrimonio prima di essere pronta, sposa Romeo prima di poter ottenere il permesso dei suoi genitori, il suo matrimonio con Paride viene anticipato due volte, e Romeo arriva alla sua tomba prima che lei abbia il tempo di svegliarsi.

Cos’è Montague? Non è né mano né piede,
né braccio né faccia né altra parte
appartenente a un uomo. Oh, sia qualche altro nome!
Che cosa c’è in un nome? Quella che chiamiamo rosa
con qualsiasi altra parola avrebbe lo stesso dolce profumo. (II.ii)

Juliet è pratica. Sostiene che il nome di Romeo non fa parte del suo corpo, quindi non è una parte essenziale di lui. Il pubblico potrebbe pensare ai genitali di Romeo quando lei elenca “qualsiasi altra parte / Che appartiene a un uomo”, soprattutto perché il linguaggio di Giulietta è spesso fisico ed erotico. Ma qui è anche filosofica, esplorando la relazione del linguaggio con il modo in cui sperimentiamo la realtà.

La mia generosità è sconfinata come il mare,
il mio amore è profondo; più ti do,
più ho, perché entrambi sono infiniti. (II.ii.)

Come Romeo, Giulietta vede l’amore come una sorta di libertà, “senza limiti” e “infinita”. Il suggerimento che Giulietta “darà” la sua “taglia” a Romeo è il momento più esplicitamente erotico nella loro conversazione finora. Per tutta l’opera, Giulietta prende il comando nel lato sessuale della loro relazione.

Hist, Romeo, hist! O per la voce di un falconiere
per attirare di nuovo questa nappina gentile. (II.ii)

Prima, in questa scena, Romeo si è immaginato con “ali leggere”. In queste righe, Giulietta riprende questa immagine per immaginare Romeo come un falco addomesticato e lei stessa come un falconiere. L’immagine di Giulietta suggerisce che lei sente di avere potere su di lui. Il fatto che lei prenda la metafora di Romeo e la pieghi ai suoi scopi suggerisce anche il suo senso di potere nella loro relazione.

Vieni, notte gentile, vieni, amorevole notte dalle sopracciglia nere,
Dammi il mio Romeo, e quando morirò,
prendilo e taglialo in piccole stelle. (III.ii.)

In questi versi, Giulietta guarda alla sua notte di nozze in termini esplicitamente sessuali. “Morire” era il gergo elisabettiano per l’orgasmo, il che trasforma la sua immagine di Romeo come un cielo pieno di stelle in una metafora del climax sessuale. La violenza dell’immagine ci ricorda anche che in Romeo e Giulietta, sesso e violenza non sono mai distanti.

Così noioso è questo giorno
come lo è la notte prima di qualche festa
a un bambino impaziente che ha nuove vesti
e non può indossarle. (III.ii.)

Come Giulietta esprime la sua maturità sessuale desiderando la sua notte di nozze, si paragona a una “bambina impaziente”. Questo serve a ricordare al pubblico che Giulietta non ha ancora quattordici anni. Nel corso dell’opera, Giulietta matura e raggiunge troppo presto i grandi eventi della vita, il che fa presagire che morirà anche troppo giovane.

O Dio, ho un’anima malvagia!
Mi sembra di vederti ora, tu sei così basso,
come un morto in fondo a una tomba. (III.v.)

Poco prima che Romeo e Giulietta si incontrassero, Romeo aveva intuito che la sua vita stava per prendere una svolta tragica. In questa scena, che è l’ultima scena degli amanti insieme, è il turno di Giulietta di prevedere il loro tragico destino. Questi due momenti chiudono la relazione degli amanti e mostrano che dall’inizio alla fine, Romeo e Giulietta condividono un unico destino e lo vivono insieme.

Bacierò le tue labbra.
Forse qualche veleno è ancora appeso su di esse
per farmi morire con un rimedio. (V.iii.)

Queste sono le ultime parole di Giulietta. Lei immagina il veleno che ha ucciso Romeo come un “ricostituente”, una medicina che può mettere fine alle sue sofferenze. Uno dei temi principali dell’opera è l’inseparabilità tra bene e male, amore e odio, veleno e cura. La morte di Giulietta è tragica, ma lei la celebra anche come un modo per sfuggire a una vita senza il suo amato.

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